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Autore Topic: XC90 - Prova D5 diesel e T8 ibrida  (Letto 1590 volte)

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XC90 - Prova D5 diesel e T8 ibrida
« il: 12 Febbraio 2015, 17:35:49 pm »
Da www.quattroruote.it

Volvo XC90
Come vanno la D5 diesel e la T8 ibrida


L’interno si presenta bene: sarà magari anche un po’ ridondante nel ricorso a materiali lussuosi, ma il colpo d’occhio offerto dall’abitacolo della Volvo XC90 è sicuramente di grande effetto. Con una nota di particolare merito per i sedili: sottili, così da non sottrarre inutilmente spazio, ma al tempo stesso capaci di assicurare un supporto eccellente e di mettere a disposizione regolazioni in abbondanza, inclusa lunghezza del cuscino e rigidità dei fianchetti di contenimento. Fra le originalità, il retrovisore senza cornice attorno allo specchio, l’interruttore d’avviamento con comando a rotazione (in luogo del solito pulsante: meno rischi di azionamento accidentale, spiegano i tecnici svedesi) e soprattutto il display centrale, a sviluppo verticale e operativamente molto simile a un tablet, con comandi touch (attivabili anche indossando normali guanti) scroll e via dicendo. In pratica, il guidatore ha a disposizione tre aree di informazione, fra head-up display, strumentazione principale (riconfigurabile) e il suddetto tablet centrale, con opportuna diversificazione dei contenuti.

D5. Su strada viene immediatamente a galla un confort ai limiti dell’inappuntabile, col contributo delle sospensioni ad aria (a richiesta) capaci di venire a capo anche di una gommatura esagerata (20” sulla vettura provata, ma con le opzioni si arriva addirittura a 22). Un po’ meno convincente il bilancio acustico, non tanto per l’intensità del suono quanto per la timbrica che contraddistingue il quattro cilindri turbodiesel della D5 (225 CV, 470 Nm). Che, alla fine, costituisce il solo punto interrogativo in merito al potenziale della XC90, in un’area di mercato avvezza frazionamenti più estesi. Questione di feeling, in sostanza, di assenza della fluidità tipica dei sei cilindri, più che di prestazioni tutto sommato all’altezza delle circostanze: il propulsore appare in grado di assicurare spunto e risposta magari non entusiasmanti, ma comunque sufficienti per un mezzo che, per quanto realizzato con tutte le attenzioni possibili al contenimento del peso, stazza oltre due tonnellate. Massa che peraltro non va a inficiare una dinamica di marcia sorprendentemente efficace: precisa, pulita, mai eccessiva nei coricamenti, la XC90 si fa guidare con scioltezza anche su tracciati impegnativi, ben assistita da un impianto frenante che brilla soprattutto per precisione di modulazione. E da uno sterzo che forse manca un poco di sensibilità, soprattutto al crescere degli angoli, ma non di prontezza.

La variante ibrida. Per finire, due note relative alla versione di punta della Suv svedese, la T8 ibrida che affianca un motore elettrico da 82 CV a un due litri benzina da 318 con doppio compressore, turbo e non. La spinta è molto viva, capace di regalare alla XC90 prestazioni di prima grandezza (5,9 secondi sullo 0-100, dichiara la Casa svedese), con una risposta in ripresa sostanzialmente esente dai ritardi che affliggono più di un’ibrida, e spesso finiscono per mortificarne la piacevolezza di guida. Allo stesso modo, l’impianto frenante mostra di non soffrire le variazioni di carico sul comando, di norma causate dai sistemi di recupero dell’energia, e garantisce sempre la giusta progressività. E, nella circostanza, pure il poco nobile frazionamento del motore finisce per trasparire appena.

Massimo Nascimbene


http://www.quattroruote.it/news/primo_contatto/2015/02/12/volvo_xc90_al_volante_della_suv_svedese.html?m=0&wtk14=cpm.newsletter.qrt.flash.2015_02_12&Idtrack=4df1cd35a9e89c66c2bfc1c65f4d3c1f


V40 1.8 16V 122 CV   - Anno 2000
V40 1.9 TD 115 CV     - Anno 2001
V70 2.4 Sport 163 CV - Anno 2007