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Autore Topic: Tracciabilità della produzione: il caso Volvo  (Letto 3509 volte)

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Offline Francesco

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Tracciabilità della produzione: il caso Volvo
« il: 09 Giugno 2014, 17:39:41 pm »
Volvo, produttore svedese di automobili di lusso, dal 2008 utilizza la tecnologia a radio frequenza unitamente al barcode al fine di tracciare i propri veicoli lungo la sua catena produttiva.
Il “vecchio” sistema utilizzava tag attivi e barcode come sistema di identificazione, oggi si è deciso di passare alla tecnologia passiva. La motivazione di questo cambiamento è stata l’elevato costo dei singoli tag e la scarsa efficienza del vecchio sistema.
Così facendo Volvo è in grado di tracciare le oltre 2 milioni di vetture che passano attraverso gli stabilimenti produttivi siti in Belgio e Cina. I tag tracciano lo chassis dalla fase di saldatura, attraverso la fase di verniciatura, fino alla fase finale di assemblaggio.
L’idea della casa svedese è quella di ampliare, l’anno prossimo, questo sistema anche allo stabilimento produttivo di Goteborg.
Il tag RFID UHF è accoppiato allo chassis della vettura all’inizio delle fasi produttive e gli oltre 600 readers presenti negli stabilimenti ne tracciano il passaggio identificando la fase in opera. Terminata la produzione, il tag non viene rimosso, evitando così tutta una serie di operazioni che erano obbligati a fare con il vecchio sistema; cioè la raccolta dei tag, la pulizia e il test delle performance.
Dopo la fase di saldatura, lo chassis entra nella fase di verniciatura. Questa fase è molto impegnativa per il sistema di tracciabilità, in quanto le variabili presenti in questa fase sono molte e molto estreme. Basti pensare che in questa fase il veicolo non ancora verniciato entra in un bagno elettrolitico atto a preservarlo dalla corrosione; una volta uscito dal bagno subirà diversi passaggi di vernice.
Questo sistema di tracciabilità agevola la vita di Volvo, in quanto gli permette di identificare e gestire, senza creare confusione in fase di assemblaggio, le innumerevoli personalizzazioni che ogni cliente può richiedere alla sua autovettura e che spesso la fanno risultare unica.
Volvo, come dicevamo, è dal 2008 che ha iniziato a lavorare con l’RFID, testare e fare prototipi. In questi 6 anni ha testato oltre 50.000 tag e più di 80 diversi prototipi.

http://www.rfid-soluzioni.com/tracciabilita-della-produzione-il-caso-volvo-777/


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Offline calimero

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Re:Tracciabilità della produzione: il caso Volvo
« Risposta #1 il: 09 Giugno 2014, 17:47:44 pm »
Conosco abbastanza bene la tecnologia RFID in quanto qualche anno fa feci sperimentazione di software applicato a questa tecnologia per registrare i passaggi di produzione all'interno di una tipografia. Negli anni c'è stato un notevole miglioramento delle stazioni di lettura e soprattutto una grande diminuzione di costi. Anche se non c'è stata altrettanta diffusione nelle aziende, che "avanzano" la produzione ancora con i codici a barre o sistemi simili. Diciamo che, per prodotti di poco prezzo, l'RFID è ancora caro mentre per un prodotto come l'automobile, i costi si ammortizzano bene. In teoria, lasciando i tag nell'auto, si potrebbe schedare il mezzo anche in officina, fin quando andrà in demolizione.
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Offline spykedave

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Re:Tracciabilità della produzione: il caso Volvo
« Risposta #2 il: 10 Giugno 2014, 14:27:40 pm »
tecnologia molto utile. potrebbe essere utilizzata anche per identificare velocemente il veicolo per ordinare i ricambi...

Offline weneto

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Re:Tracciabilità della produzione: il caso Volvo
« Risposta #3 il: 11 Giugno 2014, 08:10:14 am »
Per ora ai fornitori viene ancora richiesto la classica identificazione con codice a barre.

Noto due cose nell'articolo: per la prima volta si fa esplicito riferimento al nuovo stabilimento in Cina, mentre non si parla di quelli in Svezia (noi spediamo in Svezia, forse per questo motivo ancora con barcode), e si parla di 2 milioni di vetture, quando per ora si fatica a superare le 400.000/anno.
Previsioni di marchionnica memoria?

Offline calimero

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Re:Tracciabilità della produzione: il caso Volvo
« Risposta #4 il: 11 Giugno 2014, 08:43:04 am »
Per ora ai fornitori viene ancora richiesto la classica identificazione con codice a barre.

Noto due cose nell'articolo: per la prima volta si fa esplicito riferimento al nuovo stabilimento in Cina, mentre non si parla di quelli in Svezia (noi spediamo in Svezia, forse per questo motivo ancora con barcode), e si parla di 2 milioni di vetture, quando per ora si fatica a superare le 400.000/anno.
Previsioni di marchionnica memoria?


E' scritto esplicitamente nell'articolo: "L’idea della casa svedese è quella di ampliare, l’anno prossimo, questo sistema anche allo stabilimento produttivo di Goteborg.".

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Offline weneto

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Re:Tracciabilità della produzione: il caso Volvo
« Risposta #5 il: 12 Giugno 2014, 13:59:19 pm »
Per ora ai fornitori viene ancora richiesto la classica identificazione con codice a barre.

Noto due cose nell'articolo: per la prima volta si fa esplicito riferimento al nuovo stabilimento in Cina, mentre non si parla di quelli in Svezia (noi spediamo in Svezia, forse per questo motivo ancora con barcode), e si parla di 2 milioni di vetture, quando per ora si fatica a superare le 400.000/anno.
Previsioni di marchionnica memoria?


E' scritto esplicitamente nell'articolo: "L’idea della casa svedese è quella di ampliare, l’anno prossimo, questo sistema anche allo stabilimento produttivo di Goteborg.".

Era molto più importante il resto del mio intervento, ossia l'accenno all'impianto cinese, finora pressoché sconosciuto, ed il numero assurdo di 2.000.000 di vetture...ossia 5 anni di produzione...