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Autore Topic: Volvo V40 Cross Country D2 La prova su strada Quattroruote  (Letto 5640 volte)

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Offline Francesco

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Quella delle Cross Country è una storia lunga. Che inizia alla fine degli anni 90 quando, partendo dalla sua station wagon più nota, la V70, la Volvo decide di offrire un'automobile trasversale, capace di abbinare alle note qualità di vivibilità e capacità di carico una mobilità fuori dall'ordinario. Per questo motivo la Cross Country di allora era dotata di trazione integrale, la più raffinata dell'epoca, aveva l'assetto rialzato e calzava gomme specifiche M+S adatte ad affrontare senza patemi neve, ghiaccio e il fuoristrada leggero. Negli anni questo spirito avventuriero si è un po' perso o, meglio, è stato trasferito ai modelli XC, progettati fin dall'inizio per essere delle vere e proprie Suv (fa eccezione la XC70, realizzata ancora sul corpo vettura della station wagon).
Ora questa sigla, dalle importanti tradizioni, torna sulla Volvo V40 a identificare una versione multiruolo della nuova berlina media svedese. Anche se questa V40 Cross Country è assai meno specializzata della sua illustre progenitrice. Le modifiche tecniche si limitano a un assetto rialzato di quattro centimetri e a una gommatura leggermente meno ribassata, ma in realtà assai poco adatta ad affrontare qualcosa di più che non sia un bel nastro d'asfalto. E la trazione integrale è prevista soltanto in abbinamento con i motori a benzina cinque cilindri turbo da 180 e 254 cavalli.

Si è rifatta il make-up. Esteticamente la Cross Country si differenzia dalla V40 tradizionale per la griglia anteriore a nido d'ape, i fascioni sotto porta e la parte inferiore dei paraurti con protezioni in contrasto. Particolari che risaltano di più, per la verità, su colori diversi dal nero. Inoltre, sul tetto sono stati previsti due pratici binari su cui è possibile fissare eventuali supporti per sci, biciclette e quant'altro.
Ben appoggiata sulle gomme da 17 pollici (optional; di serie vi sono delle 205/60 R 16), la vettura fa sfoggio di una bella presenza. Dentro, se non si ricorre alla lunga lista degli accessori, che consente di personalizzare fin nei minimi dettagli l'abitacolo, non vi sono differenze sostanziali con la normale V40. Tutto è ispirato al minimalismo più spinto, unito a un'attenzione quasi maniacale per il particolare. Un bel contrasto, se si aggiunge la grande cura con cui è realizzata ogni cosa e l'uso di materiali di pregevole qualità. Ciò non toglie che l'ambiente che ne risulta sia piuttosto freddo e austero. Spicca, come sempre, la console centrale sospesa, ultra piatta, su cui è collocata la maggior parte dei comandi secondari.
I posti, cinque sulla carta, sono in realtà quattro, perché il divano posteriore è stato progettato per ospitare al meglio solo due persone. E in quattro, in effetti, sulla Cross Country ci si sta proprio bene, senza troppe limitazioni di spazio neanche per chi è seduto dietro. Lo stesso non si può dire per i bagagli. Il vano, di per sé già non molto ampio, si riduce di qualche litro se, come sull'auto della nostra prova, si sceglie il piano di carico mobile. Un accessorio che, però, ha il pregio di migliorarne la versatilità (quando si reclinano gli schienali, si ottiene un piano livellato).

L'altezza non è un problema. Su strada, la Cross Country si guida, né più né meno, come la berlina. Il comportamento è davvero molto simile, con poche limitazioni dovute alla maggior altezza da terra e qualche, non trascurabile, beneficio in più. Iniziamo dal motore. Il 1.600 turbodiesel non è cambiato. Non brilla certo per potenza e cattiveria, i suoi pregi sono altri, però, grazie al rapporto di trasmissione finale più corto, qui appare un po' più pronto e vivace che sulla V40 (provata su Quattroruote di agosto 2012), sensazione confermata anche dai numeri di pag. 192. Il rovescio della medaglia sta nei consumi un filo più elevati, ma che rimangono, comunque, contenuti in ogni situazione. L'assetto rialzato e la gommatura un po' meno esasperata, invece, consentono alla vettura di assorbire meglio le sconnessioni della strada. Aggiungete un isolamento acustico quasi ottimale, ed ecco spiegate le quattro stelle e mezzo alla voce confort, dove, alla fine, l'en plein sfugge solo per via di qualche piccolo scossone che raggiunge chi siede dietro. Ciò non toglie che viaggiare a bordo della Cross Country sia sempre un'esperienza piacevole e rilassante, tanto che i chilometri scorrono via quasi senza accorgersene. Merito anche dei sedili che, secondo le migliori tradizioni della Casa svedese, oltre a essere realizzati con ogni cura, si confermano tra i più confortevoli in assoluto. Quanto al baricentro un po' più alto, non influisce più di tanto neppure sul comportamento. La Cross Country tiene bene la strada; in curva sottosterza con moderazione, senza mettere mai in apprensione chi è al volante. E se, disgraziatamente, si finisce per oltrepassare il limite, c'è sempre l'Esp che, come abbiamo potuto verificare dai nostri test, interviene in modo mirato e puntuale a rimettere a posto le cose. L'unica vera critica che ci sentiamo di fare va allo sterzo che, pur vantando una buona precisione e progressione, denuncia un fee-ling modesto, cioè trasmette poco al guidatore di quanto sta accadendo alle ruote. La Cross Country è equipaggiata di serie con il sistema anticollisione City safety che, quando si va sotto i 50 km/h, frena autonomamente l'auto se vi è un ostacolo davanti. Ricordiamo, infine, che a richiesta, è disponibile una serie di dispositivi davvero all'avanguardia nel settore della sicurezza.

In sintesi. Non ha lo charme della prima Cross Country, ma vanta carattere e una propria, ben definita, fisionomia. Che, grazie alle innumerevoli possibilità di personalizzazione, può essere modellata sui gusti del proprietario: da elegante e discreta, come quella della nostra prova, a vistosa e fin arrogante, se ci si lascia tentare da alcune soluzioni stilistiche proposte tra gli optional. In un mondo dove tutti cercano di distinguersi, può essere la carta vincente. Ma non è la sola. Meno all terrain e crossover di quanto voglia far credere, la Cross Country è una grande viaggiatrice, capace di farti macinare una notevole quantità di chilometri in un ambiente raffinato e confortevole, consumando una quantità trascurabile di gasolio. Un'auto al passo coi tempi, una possibile alternativa alle solite tedesche e alla stessa V40, da cui prende, con discrezione, le distanze.

http://www.quattroruote.it/prove/volvo-v40-cross-country-d2-la-nostra-prova-su-strada


ex Volvo V40 1.9 TD
ex Volvo 740 T16

Offline davideC30

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Re: Volvo V40 Cross Country D2 La prova su strada Quattroruote
« Risposta #1 il: 06 Settembre 2013, 13:24:56 pm »
Prezzo: € 26.300   Consumo misto:18,5 km/l Emissioni CO:294 grammi/km Euro5

Volvo V40: vai sul sicuro tranne che per il baule


AUTO IN SINTESI
La Volvo V40 una slanciata berlina a cinque porte, con un abitacolo rigoroso e ben fatto (salvo per qualche elemento in plastica troppo sottile), spazioso abbastanza per ospitare quattro adulti; solo sufficiente, invece, la capacità del baule. Confortevole ma anche agile fra le curve, eccelle per le soluzioni che migliorano la sicurezza: sono di serie la frenata automatica e l’airbag salva-pedoni. Alle buone prestazioni del 1.6 turbodiesel corrispondono consumi bassi, ma per il resto la V40 non è una vettura economica, anzi: nonostante il prezzo elevato, richiede integrazioni della dotazione.

PERCHÉ COMPRARLA

PERSONALE E TECNOLOGICA
Originale e sportiveggiante fuori, quanto razionale e rigorosa nell’abitacolo, la Volvo V40 è una cinque porte dall’impronta dinamica e dalla discreta abitabilità; il baule, invece, è piccolo in rapporto ai 437 cm di lunghezza della carrozzeria. Su strada è sicura e convince per lo sterzo preciso dal quale, però, chi ama la bella guida desidererebbe maggior prontezza. Elevato il comfort, convincente il 1.6 a gasolio, che tira con vigore e non eccede nei consumi. Quanto al prezzo, è giustificato da una dotazione di sicurezza fuori dal comune – c’è pure l’airbag dedicato ai pedoni – ma non include accessori utili che, perciò, vanno aggiunti a pagamento.
 

Volvo V40
 
Muso basso e fari “spalmati” ai lati del cofano donano al frontale della Volvo V40 D2 una bella dose di grinta, ma questa berlina conta pure sullo slancio della fiancata e sul particolare design della coda, alta e contraddistinta dai gruppi ottici che incorniciano lateralmente il lunotto: l’insieme non manca di personalità e fa apparire la carrozzeria più compatta di quel che è (la lunghezza è di 437 cm).
Rispetto all’esterno, gli interni appaiono sin troppo rigorosi: il ponte di comando è razionale ma poco accattivante, anche se non mancano dettagli ricercati come la sottile consolle o il tasto per avviare il motore. Lo spazio a disposizione è discreto anche nella zona posteriore (sebbene l’aria sopra la testa non sia molta), mentre dal baule, trattandosi di una vettura destinata anche alla famiglia, ci saremmo aspettati qualcosa in più in fatto di capienza e sfruttabilità.
Il 1.6 a gasolio da 114 CV (comune ad alcuni modelli Citroën, Ford e Peugeot) è il motore meno potente della gamma, ma assicura un piacevole vigore sin dai regimi inferiori e non fa mancare lo sprint; inoltre, è silenzioso e consuma poco. Davvero sicuro il comportamento stradale, tuttavia chi apprezza la guida brillante troverà lo sterzo poco pronto (seppure irreprensibile per precisione). Elevato il comfort, anche perché le sospensioni non sono troppo rigide.
La Volvo V40 porta al debutto l’airbag dedicato a proteggere i pedoni in caso di investimento (fuoriesce da sotto il cofano) e ha di serie il sistema che fino a 50 km/h può frenare automaticamente la vettura per evitare un tamponamento. Fanno parte della dotazione standard anche il “clima” bizona e i cerchi in lega di 16 pollici, ma dato il prezzo avremmo gradito che fossero inclusi nel prezzo anche le luci diurne a led, il cruise control e i sensori di distanza (tutti a pagamento).

VITA A BORDO voto 3 su 5

L’ELEGANZA È DI RIGORE
Gli interni sono disegnati all’insegna della razionalità, anche se non manca qualche concessione allo stile, ad esempio per quanto riguarda il cruscotto con strumenti concentrici o il sottile pannello che forma la plancia. L’abitabilità è buona per quattro adulti, mentre un eventuale quinto passeggero è infastidito dall’ingombro del tunnel. Non grande il bagagliaio che, comunque, vanta una discreta sfruttabilità sebbene l’accesso sia condizionato dall’altezza della soglia.
 

Volvo V40
 
Plancia e comandi
La caratteristica consolle squadrata della Volvo V40 costituita da un sottile pannello (per averla in alluminio color grafite si deve sborsare un extra), assieme a qualche chicca quale l’avviamento a pulsante o il cruscotto con strumenti concentrici (migliorabili, però, nella leggibilità), sono i pochi elementi che ravvivano un abitacolo concepito all’insegna della razionalità. Lo schermo di 5 pollici nella consolle, che serve la radio e visualizza alcune informazioni di bordo, è di serie, mentre fra gli optional figurano la strumentazione totalmente digitale e l’avviamento senza chiave; la presa Usb fra i sedili è condizionata all’acquisto dell’hi-fi High Performance. Stona, nell’insieme, la tradizionale leva del freno a mano: meglio sarebbe stato un comando elettrico.
 
Abitabilità
Le poltrone sono comode ma non molto avvolgenti; la regolazione del supporto lombare e dell’altezza sono di serie per quella di sinistra e optional per il lato passeggero come, pure, si paga a parte il bracciolo centrale scorrevole (quello di serie, fisso, è troppo arretrato). Lo spazio per le gambe non manca nemmeno agli occupanti del divano, che fa stare comodi due adulti (mentre un eventuale terzo, al centro, è sfavorito dalla sagoma dell’imbottitura e dall’ingombro del tunnel). Ai lati della seduta posteriore ci sono anche piccoli vani portaoggetti, in verità poco contenitivi: meglio affidarsi al pozzetto sotto il poggiagomiti anteriore e al cassetto di fronte al passeggero (ampio e refrigerato, seppur privo di serratura).
 
Bagagliaio
L’altezza al tendalino è sufficiente per sovrapporre un paio di grandi valigie rigide e le pareti scavate portano fino a 111 cm (ma solo in alcuni punti) la larghezza utile. Tuttavia, 335 litri di capacità non sono molti per un’auto da famiglia come la Volvo V40 D2; solo discrete, inoltre, le finiture interne. L’accesso al vano è favorito dall’ampia imboccatura ma non dalla soglia, distante da terra (75 cm) e dal piano di carico (13 cm). Con un modesto sovrapprezzo si può avere il pavimento posizionabile 8 cm più in alto, utile per creare un doppio fondo e per eliminare il gradino che si forma a schienali reclinati (condizione in cui la capacità cresce a 1032 litri).

COME VA voto 3 su 5

COMODITÀ E BASSI CONSUMI
Non troppo lunga, in città richiede poco impegno e offre comfort adeguato anche sullo sconnesso, tuttavia per parcheggiare in retromarcia è meglio avere l’aiuto dei sensori di distanza. Assetto e gommatura sono “turistici” e anche lo sterzo – seppure notevolmente preciso – è poco diretto: fra le curve l’auto è affidabile e sicura, e il motore risponde sempre con vigore; tuttavia, in fatto di puro piacere di guida alcune rivali offrono di meglio. Notevole il comfort, anche in autostrada: si viaggia bene isolati dalle imperfezioni dell’asfalto e dai rumori. Sempre piuttosto contenuta, infine, la richiesta di gasolio.
 

Volvo V40
 
In città
Oltre che sulla tranquillità offerta dal City Safety (il sistema che riduce il rischio di tamponamento a basa velocità) nel traffico cittadino la Volvo V40 D2 un buon comfort: le sospensioni non troppo rigide e le gomme dalla spalla generosa (205/55 R 16) non fanno sobbalzare su buche e pavé. Bene anche il motore, abbinato a un cambio dagli innesti fluidi (mentre il pedale della frizione è un po’ “pesante”), è piacevolmente pronto ai regimi inferiori e capace di percorrere più di 17 km con un litro di gasolio. Occhio, però, nei parcheggi in “retro”, perché dal lunotto si vede poco (e i sensori di distanza sono optional).
 
Fuori città
Lo sterzo è davvero preciso, ma non prontissimo e, perciò, non particolarmente adatto alla guida sportiva. Nulla da eccepire, invece, per quanto riguarda l’aderenza e la sicurezza, complici le reazioni che rimangono progressive anche al limite, quando l’auto “avverte” allargando la traiettoria con il muso; puntuali e sempre ben misurati gli eventuali interventi dell’Esp. Quanto al motore, convince con un tiro piuttosto vigoroso in rapporto alla cilindrata e con un rendimento davvero elevato, tanto che è nella norma ottenere percorrenze dell’ordine dei 20 km/l.
 
In autostrada
Anche senza avere a disposizione una enorme scuderia di cavalli, la Volvo V40 D2 offre una notevole souplesse: in sesta marcia si viaggia a 130 km/h a circa 2250 giri, consumando poco gasolio e in un ambiente efficacemente insonorizzato; non sempre, tuttavia, si può risparmiare una scalata per recuperare velocità dopo un rallentamento. Al buon livello di comfort contribuiscono le sospensioni non troppo dure, ma nemmeno cedevoli nei curvoni affrontati ad andatura elevata, anzi: la precisione è sempre adeguata. Semmai, non stupiscono i freni, in grado di assicurare spazi d’arresto corretti ma anche tendenti a perdere tono a seguito di un impiego intenso.

QUANTO È SICURA voto 5 su 5

È LA PRIMA CHE “SALVA” ANCHE I PEDONI
La Volvo V40 spicca per la dotazione, dato che oltre all’indispensabile offre di serie la frenata automatica in città e l’airbag esterno al parabrezza: non c’è da meravigliarsi che le cinque stelle ottenute nei crash test Euro NCAP siano supportate da valutazioni parziali eccellenti proprio per quanto riguarda i sistemi di assistenza e la salvaguardia dei pedoni. Inoltre, a pagamento può essere arricchita con i fari alo xeno e con dispositivi di “aiuto alla guida” di ultima generazione; strano, però, che i fendinebbia non siano previsti.
 

Volvo V40
 
L’equipaggiamento di serie della Volvo V40 D2 va più in là degli standard usuali, dato che oltre all’Esp e agli airbag interni all’abitacolo (frontali con quello destro che può essere reso disattivabile a pagamento, laterali anteriori, per le ginocchia del guidatore e a tendina estesi ai posi dietro), comprende pure un inedito “cuscino” esterno al parabrezza. È destinato alla protezione dei pedoni in caso di malaugurato investimento, e i crash test Euro NCAP ne hanno sancito l’efficacia: in questo specifico ambito la Volvo V40 ha ottenuto ben 88 punti percentuali (un valore parecchio superiore alla media), che vanno ad aggiungersi ai 98 e ai 75 punti ottenuti, rispettivamente, per la protezione dei passeggeri adulti e per quella dei bambini. Ma non è tutto, perché alla promozione con cinque stelle (il massimo) ha contribuito la valutazione piena (100%) relativa ai sistemi di assistenza alla sicurezza, sulla quale ha pesato positivamente la presenza – sempre fra i dispositivi inclusi nel prezzo – del Volvo City Safety, vale a dire il sistema di frenata automatica in città (è attivo fino a 50 km/h): se rileva il rischio di tamponamento mette in pressione l’impianto frenante e avvisa il guidatore; qualora questi non reagisca, frena in automatico la vettura evitando l’impatto (se la differenza di velocità fra i due veicoli è inferiore ai 15 km/h) o riducendone le conseguenze. Fra gli optional della Volvo V40, i fari bixeno adattativi (includono i led diurni, offerti anche separatamente), i sensori luce/pioggia e il pacchetto Driver Support; quest’ultimo include l’avviso anti-colpo di sonno, la telecamera che rileva e mostra nel cruscotto i segnali di pericolo o di limite velocistico, il segnalatore di traffico in arrivo quando si esce da un parcheggio in “retro”, il monitoraggio dell’angolo cieco dei retrovisori e il cruise control standard oppure con radar di distanza. Curiosamente, i fendinebbia non sono previsti.

NE VALE LA PENA? voto 3 su 5

QUASI UNICA… E CARA
Filante e ricca di personalità vista da fuori, ha interni ben fatti e offre un’abitabilità “giusta” per quattro persone; il baule, invece, non è tanto spazioso. Punto di riferimento – e non solo nella sua categoria – per quanto riguarda la dotazione di sicurezza, è una berlina dal comportamento stradale affidabile e sincero. In ogni caso, più che per la sportività si fa apprezzare per il comfort. Il 1.6 a gasolio, che è il motore meno potente in gamma, associa un funzionamento gradevole e buone prestazioni a consumi molto bassi. Ma la Volvo V40 non si sceglie in funzione del risparmio, perché il listino è “impegnativo” e a qualche optional è difficile rinunciare.
 

Volvo V40
 
La Volvo V40 D2 è una cinque porte dalla personalità spiccata, e con uno slancio quasi da coupé. Ma a dispetto di quel che suggerisce la linea, è più orientata al comfort che alla sportività: l’insonorizzazione è ben curata e l’assetto non troppo rigido, mentre lo sterzo – anche se preciso a qualsiasi andatura – non spicca per prontezza. Il rigoroso ed elegante abitacolo è ben fatto, ma non così ricercato come ci si potrebbe aspettare valutando il prezzo di questa svedese; lo spazio, poi, abbonda soltanto davanti, mentre il divano accoglie al meglio soltanto due persone, e pure il baule è meno capiente e pratico di quanto ci si aspetterebbe da una berlina che sfiora i 440 cm di lunghezza. Equilibrato il 1.6 a gasolio, capace di un discreto sprint e non propriamente debole in ripresa, nonostante debba “tirare” una quinta e una sesta marcia davvero lunghe, studiate per contenere i consumi (che, infatti, sono fra i migliori della categoria). Un punto d’eccellenza della V40 è la dotazione di sicurezza, qualificata dalla presenza del sistema di frenata automatica City Safety e dall’airbag dedicato ai pedoni. Per il resto, tuttavia, l’allestimento Kinetic non è particolarmente generoso: include nel prezzo il “clima” bizona, ma costringe a sborsare un extra per i sensori di distanza (che sono utili) e per il regolatore di velocità, un dispositivo ormai di serie anche in vetture con meno pretese.

PERCHÉ SÌ
Airbag “salvapedone”
Al momento la Volvo V40 è l’unica vettura di regolare produzione a essere provvista di un airbag che fuoriesce da sotto il cofano: è studiato per ridurre il rischio di lesioni di un pedone in caso di malaugurato investimento.
 
City Safety
Della dotazione di serie fa parte anche il sistema – basato su un rilevatore nel parabrezza – che aziona automaticamente i freni quando rileva il rischio di tamponare il veicolo che precede. È attivo fino a 50 km/h contro i 30 km/h dei dispositivi utilizzati in altri modelli.
 
“Clima” bizona
L’impianto di climatizzazione automatica con regolazione separata della temperatura per il lato destro e quello sinistro è incluso nel prezzo, mentre molte rivali lo propongono a pagamento. Ben congegnati e a portata di mano i comandi.
 
Comfort
L’abitacolo è efficacemente insonorizzato anche a velocità autostradale, le sospensioni non sono troppo rigide e sui fondi sconnessi aiutano anche le gomme con la spalla relativamente alta (montate su cerchi di 16 pollici).
PERCHÉ NO
Fendinebbia
Stranamente, i proiettori da utilizzare soltanto in caso di nebbia o di scarsa visibilità non sono disponibili nemmeno come optional, quando in una vettura di questa categoria dovrebbero essere inclusi nell’equipaggiamento standard.
 
Presa Usb
L’ingresso per collegare all’impianto audio dispositivi tipo “pen drive” nei quali sia stata precaricata musica in formato digitale, è optional. E a caro prezzo, perché abbinato all’hi-fi High Performance (che, fra l’altro, fa rinunciare all’ingresso Aux).
 
Visibilità posteriore
Il lunotto piccolo, piuttosto inclinato e distante da terra non consente una facile valutazione degli ingombri posteriori nelle manovre in retromarcia: meglio affidarsi ai sensori oppure al sistema di parcheggio semiautomatico (tutti optional).
 
Prezzo
Anche tenendo conto della dotazione di sicurezza particolarmente ricca, il prezzo è alto. Tanto più che vanno messi in preventivo accessori che in una vettura di questa categoria dovrebbero essere di serie.
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